Il Matrimonio nel pensiero di S. Giovanni Crisostomo

Tu invero, quando stai per prendere moglie, ti rechi molto premurosamente dagli esperti del diritto civile e domandi loro cosa accadrà se la moglie ti lascerà senza figli; oppure se ne lascia uno, due o tre. Inoltre, se suo padre è vivo o morto, domandi con sollecitudine se potrai usare il di lui patrimonio; (...) e chiedi a loro informandoti ti tutte cose consimili. (...) Come è assurdo mostrare una così solerte sollecitudine al solo pensiero di dover essere privati delle ricchezze, senza tenere in alcun conto ne del pericolo che incombe sulla nostra anima, ne dei castighi celesti? Non bisogna forse curare, darsi da fare e preoccuparsi di questo prima che di ogni altra cosa? 

Perciò, esorto e consiglio coloro che si accingono a sposarsi ad attendere all'insegnamento del beato Paolo per avere una esatta conoscenza delle leggi da lui prescritte in materia matrimoniale. (...) prendi ogni precauzione e bada di prendere in moglie una ragazza onesta, a modo, obbediente. (...) ci preoccuperemo scrupolosamente di trovare una donna decorosa, compatibile col nostro carattere, e sposando una simile donna, non solo avremo un guadagno solo perché non la cacceremo di casa, ma perché la ameremo anche con molto ardore, come appunto Paolo ha ordinato. Infatti quando ha detto: << uomini, amate le mogli.>> non si è fermato a ciò, ma ha anche approfondito la misura dell'amore:
<< come anche Cristo ha amato la Chiesa.>> e come - dimmi - Cristo l'ha amata? << diede se stesso per essa.>>. Sicché, anche tu dovessi morire per tua moglie, tu non indugerai. Se il Signore ha amato tanto la propria serva da dare sé stesso per essa, quanto più bisogna che tu ami allo stesso modo la tua compagna di servitù!

Ma osserviamo se, per caso, talora non abbiano attirato lo sposo la bellezza della sposa e la sua purezza d'animo, neppure ciò è possibile dire. Anche se fosse stata brutta e impura, ascolta ciò che segue immediatamente dopo. Infatti dopo aver detto "diede se stesso per essa" egli aggiunge: "per santificarla col lavacro dell'acqua". E quando ha detto << purificandola >> ha mostrato che prima era impura e contaminata e non di una qualsiasi impurità, ma con la più grande. (...) Se pure tua moglie avesse peccato moltissime volte, tu sempre perdonale tutto. Se pure hai sposato una col carattere difficile, trasformala, rivolgila alla bontà e alla mansuetudine, come fece Cristo con la sua Chiesa. Infatti, non solo ha deterso la sua impurità, ma ha fatto sparire la vecchiaia con lo spogliare il vecchio uomo che era interamente formato di peccato.(...) Così come nei nostri corpi quando una malattia insorge, noi non amputiamo l'arto, ma rimuoviamo il malanno, allo stesso modo dobbiamo trattare con la nostra moglie. Se vi è in essa qualche difetto, non scacciarla, ma rimuovi il difetto. Pertanto, mentre spesso è possibile emendare una donna, non si può curare un arto mutilo. 
(...)

Anche se poi dici che tua moglie è ammalata, che non vi è alcun rimedio; che essa è riuscita molto caparbiamente a resistere nella sua erronea condotta di vita; neppure in quel caso la caccerai di casa.  Infatti, neppure l'arto irrimediabilmente malato viene reciso. Anch'ella infatti è un tuo arto: << I due saranno una sola carne.>>. (...) otterremo da Dio una grande ricompensa per il nostro atteggiamento tollerante, in quanto per suo timore ci siamo disposti a questa grande tolleranza. Abbiamo sopportato serenamente la di lei cattiveria, o la sua infermità, insomma abbiamo vinto il nostro arto. La moglie infatti è un membro necessario del nostro corpo e proprio per questo va amata in modo particolare. 
(...) 
Pertanto, conosciuto questo grande mistero che è il Matrimonio, non decidere alla leggera ne avventatamente e neppure ricercando da esso ricchezza, perché il Matrimonio non è da ritenersi un atto di compravendita, ma una comunione di vita.

Da: "L'Unità delle Nozze" - S. Giovanni Crisostomo

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