La Regola di Nil Sorskij


San Nilo (1433-1508) è stato il primo asceta russo a sistematizzare la lotta ai pensieri attraverso la sua Regola ( Ustav ) e la sua corrispondenza coi figli spirituali. San Nilo attingeva a piene mani dai padri greci, e il suo insegnamento entrerà poi nella notissima Filocalia. Egli cercava di scrivere in modo conciso e semplice, in modo da colpire il cuore anche di persone poco dotte, pur rifacendosi a nomi importantissimi come Giovanni Climaco, Isacco di Ninive, Simeone il Nuovo Teologo, Gregorio il Sinaita. Nella prefazione della Regola, S. Nilo descrive brevemente il comportamento che i monaci devono tenere: ascesi corporale, obbedienza totale al superiore, indicazioni sull'abbligliamento. Nella Regola vera e propria, e questo è sorprendente, egli affronta solamente l'attività della mente ( umnoe delanie ), la preghiera mentale. Il primo capitolo è dedicato alla spiegazione dei diversi gradi di unione del pensiero alla mente: suggestione ( prilog ), legame ( sočetanie), consenso ( složenie), prigionia ( plenenie ), passione ( strast' ). Il Santo si rivela in queste pagine un vero esperto dell'essere umano e vigile pastore del proprio gregge, descrivendo accuratamente ogni stadio della mente umana. Nel secondo capitolo San Nilo tratta invece della lotta spirituale: il pensiero va reciso rapidamente, non appena esso si presenta, e va combattuto attraverso la concentrazione della mente, con la tecnica ascetica della ritenzione del respiro, con "L'unione della mente col cuore". Il Santo ci lascia, nei suoi capitoli, numerosi altri consigli pratici, notevolmente graditi. Egli raccomanda, all'apparire del pensiero diabolico, l'invocazione del Nome di Nostro Signore, la lettura dei Salmi, l'invocazione dei Santi, la preghiera libera e costante, meditare sulla fine del mondo e il Giudizio Universale, le lacrime, il distacco dalle preoccupazioni, il lavoro manuale, lo studio della Sacra Scrittura e la lettura di opere pie. 


San Nilo si dedica anche con molto vigore alla lotta alla lussuria. Se si è oppressi, il santo in una lettera consiglia che, con estrema umiltà, ci si metta in ginocchio e, alzando le mani verso l'Onnipotente, si dica: << Tu sei forte, Signore ( Sal 89,9) e questa ascesi è tua. Combatti e vinci per noi, Signore.>>. 
In questa preghiera di sua invenzione notiamo come il successo della lotta spirituale viene attribuito interamente a Dio, senza che l'Uomo possa fare alcunché, e quindi rinnovando il sentire l'umiltà che è una pietra miliare della spiritualità monastica. 

Il Santo riteneva fondamentale essere guidati nella lotta da una guida spirituale esperta e, per quanto riguarda i pensieri "sottili", San Nilo propone di recidere tutti i pensieri, senza pensare se essi sono buoni o cattivi, qualora si dimostrassero "doppi". 

da: "La Lotta Spirituale nella Tradizione Ortodossa" Edizioni Qiqaion



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