L'Infallibilità della Chiesa

“L’INFALLIBILITÁ DELLA CHIESA”
di s. Sofronio di Essex
Il mondo intero è alla ricerca, ancora oggi, del criterio della verità. Questo criterio è per il credente la Chiesa, poichè essa è “la colonna e il sostegno della verità” (1 Tm 3,15), in virtù del suo legame ontologico con il Capo, il Cristo, di cui essa è il Corpo (1 Cor. 1,18), come in virtù dell’incessante presenza e dell’azione dello Spirito santo, secondo la promessa di Dio. Ma la chiarezza di questo criterio mediante l’esperienza storica si è dimostrata insufficiente, poiché vi sono anche altre “chiese” che si chiamano Chiesa, per cui non è soltanto l’unica vera Chiesa; non esiste neppure un segno esteriore che permetta di distinguere il modo irrefutabile dove si trova la Chiesa… La confessione dogmatica della Chiesa costituisce un’unità organica di una tale integrità ed integralità che non possiamo sottrarne arbitrariamente nessun elemento costitutivo; poiché qualunque errore dogmatico inevitabilmente si rifletterebbe sul modo di vita spirituale dell’uomo; ed anche se alcuni errori o deviazioni del nostro modo di pensare relativo al Mistero divino o ai comandamenti, non si ripercuotono in modo pericoloso sull’opera della nostra salvezza, tuttavia esistono delle deviazioni e delle deformazioni che costituiscono un ostacolo alla salvezza.
L’insegnamento della Chiesa non ha il carattere di una “scienza pura” e i suoi dogmi non sono un astratto insegnamento sull’essere divino, in quanto rappresenterebbero solo una “gnosi” estranea alla Chiesa. No! I dogmi della Chiesa hanno sempre due aspetti: ontologico e soteriologico. La Chiesa, essendo dimora del Dio vivente, è innanzitutto e sopratutto preoccupata della questione della vita; il suo fine e la sua missione è la salvezza dell’uomo; quindi essa attribuisce un’importanza primordiale non a una astratta ontologia ma al problema della salvezza… La vera Chiesa custodisce sempre integro l’insegnamento di Cristo; ma non per questo tutti coloro che si considerano membri della Chiesa e che parlano in suo nome capiscono questo insegnamento, perché le porte del suo amore sono aperte ad ogni essere umano indipendentemente dal suo livello spirituale se confessa la sua fede e il suo desiderio d’essere salvato. Per questo motivo la Chiesa rappresenta sempre, nella sua realtà empirica, una mescolanza di verità, manifestata sia dalla santità della sua vita che dalla non-verità introdotta dai peccati dei membri più deboli, tra i quali si possono riconoscere anche alcuni rappresentanti della gerarchia.

* da “Silvano del Monte Athos” (pagg. 221/222) di s. Sofronio di Essex (mn. aghiorita, ortodosso-russo – 1896/1993) 

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