Il monasterium di Aquileia e il fervore intellettuale del IV secolo


Nel IV secolo sotto la presidenza di Papa Valeriano ( vescovo di Aquileia e Papa della Chiesa Veneta ) nella spinta generale monastica di quel periodo nacque il monasterium di Aquileia, una struttura cenobitica nella quale convivevano il vescovo, le vergini consacrate, le monache claustrali e  i monaci.

Esso era un ambiente tendenzialmente colto, poiché vi era una grande biblioteca e i chierici erano pressoché uomini di cultura e non semplicemente dei sacerdoti che avevano imparato "in chiesa" a cantare i servizi divini. Fra le personalità più influenti dell'Italia del tempo, vissero nel monasterium anche S. Girolamo presbitero ( che se ne andrà nel 373 d.C. ), l'eremita Bonoso di Dalmazia ( anche lui lascerà il monastero per l'anacoresi su uno scoglio)  e s. Rufino di Concordia, oltreché ricevere frequenti visite da parte di S. Ambrogio vescovo di Milano il quale manterrà le spese del monastero, tanto che verrà chiamato monasterium sub Ambrosio nutritore. Il gerarca di questa curiosa struttura, ancora poco diffusa in Occidente, era il Patriarca di Aquileia Valeriano, chiamato anche Papa Valeriano.  Iniziò in quella struttura quel sentire il vissuto monastico come imprescindibile da quello episcopale. 

Le fonti storiche, fra cui spicca un autore anonimo del VII secolo, ci informano che il rito latino praticato nel monasterium seguisse alcuni canoni alessandrini portati dalla gerarchia egiziana che là si era stabilita in buon numero, tanto che l'Orologio monastico seguiva i principi delle regole di s. Basilio. Il monastero fu minacciato molte volte dagli ariani fino al 380 quando l'imperatore Teodosio, influenzato dalla paternità spirituale di s. Ambrogio, emanò l'editto tutti i popoli, definendo la Chiesa Cattolica ( Ortodossa ) come religione di stato. 
E' interessante notare il fitto legame fra Alessandria e Aquileia che i Padri sinodali del Concilio di Aquileia (381 d.C.) esposero nell'epistola Quamlibet, letta in quel frangente contro gli Ariani di Palladio, chiamati in causa nel detto concilio. Taluni, come il professor Biasutti, arrivano addirittura ad identificare la Chiesa d'Alessandria come Chiesa-Madre di Aquileia: viene attribuita a sant'Ambrogio e recita:
"Noi abbiamo sempre mantenuto la regola dottrinale della Chiesa d'Alessandria, secondo il costume dei padri, conserviamo fin'oggi l'Alleanza indiscutibile e la comunione con essa".
Ambrogio, epistola extra collectionem, 6,6.

Tuttavia la Chiesa d'Aquileia saprà mostrarsi matura e ortodossa quando, circa mezzo secolo dopo, la Chiesa d'Alessandria sceglierà la non-comunione con il resto della Chiesa, abbracciando il detto miafisismo. 

FONTE:
Papa Valeriano di Aquileia e i suoi tempi ( consultabile qui

Commenti