Le comunità nel Cristianesimo Primitivo ( Storia della Chiesa )


Nei primi due-tre secoli dell'Era Cristiana, al tempo delle persecuzioni e delle catacombe, accanto a questi drammi sorgevano nei periodi di pace le comunità in casa. Queste case di preghiera erano perlopiù il centro di formazione catecumenale: erano provviste di grandi sale di catechismo e di un battesimale, e se la casa era sufficientemente grande, una stanza era deputata ad essere anche la cappella. 

L'archeologo Jerome Kodell nel suo libro The Eucharist in New Testament ci informa che il pasto comunitario ( agape ) succedente all'officio liturgico era tutt'altro che in secondo piano, e avveniva nell'atrio al centro delle case, presso l'impluvium. Secondo i suoi studi, una casa-chiesa conteneva un massimo di cinquanta cristiani, più i catecumeni che assistevano solo per metà officio. 
I due esempi più antichi di case-chiesa appartengono al III secolo e si trovano a Megiddo ( Palestian ) e Dura Europos ( Siria ), e hanno la forma completa di cui sopra. 
La casa di Dura Europos è inoltre importante teologicamente perché vi sono ben conservati degli affreschi iconografici già pienamente tali: il Buon Pastore, la Samaritana, il Cristo che cammina sulle acque, le mirofore al sepolcro, il ritrovamento di Mosé e moltissimi altri temi biblici.
Sebbene la storiografia protestante abbia spesso cercato di distruggere l'immagine di una Chiesa liturgicamente viva, ma solamente biblista, a Dura Europos hanno trovato un frammento datato 235 d.C. nel quale vi è l'anafora per la liturgia, denominata "anafora ebraica":
<< Benedetto è il Signore, Re dell'Universo, che ha creato tutte le cose, che ha ripartito il cibo e la bevanda per i suoi figli nella carne affinché ne fossero soddisfatti: Ma dai a noi esseri umani lo stesso cibo mistico di cui si saziano le armate delle schiere angeliche. Per (ottenere) questo abbiamo finora cantato nell'Assemblea.>> 


Dura Europos, ritrovamento di Mosé - III secolo

Ma già la Didaché ( 50-60 d.C.) contiene una anafora. Sebbene la ritualità si limitasse ancora solamente alle proto-liturgie e al Battesimo, è evidente che i primi cristiani erano tutt'altro che sola scriptura. Per quanto riguarda il catecumenato nella chiesa primitiva, i padri antichi ponevano un rigido controllo dei catecumeni e non era loro permesso di vedere i Misteri. Il catecumenato durava circa tre anni, poi verso il V secolo divenne solamente uno, per essere poi di fatto abolito come istituto nel VII secolo. Il Catecumenato precedeva il battesimo, il quale avveniva generalmente la notte di Pasqua, nella cui festa il catecumeno veniva poi ammesso ai sacramenti. Nella liturgia gregoriana ancora bene si vede, nel rito di Pasqua, ciò che rimane del rituale delle promesse battesimali, poi trasmutato in una generale confessione di fede. 
Il clero non aveva la divisione certa che c'è oggi, ma vi erano tre categorie di officianti: l'episcopo, il diacono e il suddiacono. il Vescovo era il capo della comunità cittadina locale, ed era l'unico a consacrare: se vi erano più chiese in città, i protodiaconi portavano le specie già consacrate nelle altre case di preghiera. Il diacono era il ministro del culto vero e proprio - nell'officiatura bizantina ancora oggi si vede bene questo suo ruolo primaziale - e il suddiacono era l'aiutante del diacono, colui che chiudeva le porte e in genere si occupava dei catecumeni e dell'assemblea. 
Con la riforma Costantiniana del IV secolo, la Chiesa muterà presto forma, ma le sue basi provengono certamente da questo modello primitivo. 


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FONTI

Vincent Martini, articolo su Pravoslavie: "The Eucharist in Ancient House-Churches".
Luigi La Rosa, La trasmissione della Fede, Elledici edizioni
St. Vladimir Seminary Press, Early Christianity, a brief History

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