La Lectio Divina: cos'è e come si fa

Una delle molte azioni che componevano la giornata benedettina tradizionale, scomparse nell'Occidente, era la pratica della Lectio Divina, ossia un complesso modo di pregare ed entrare nel mistero, una sorta di Esicasmo latino purtroppo molto spesso sottovalutato se non sminuito tanto dai moderni occidentali, tanto quanto da parte degli ortodossi. 

la pratica quotidiana della Lectio Divina è un traguardo spirituale notevole, poiché molti sono gli ostacoli spirituali che impediscono una corretta esecuzione dell'esercizio ascetico. San Benedetto, attribuiva alla Lectio Divina, assieme al Lavoro Manuale e al Lavoro Liturgico ( i divini servizi ) l'essenzialità della giornata monastica. Vediamo insieme di quali parti si compone.

LETTURA

Ci si segna, svuotando la mente da ogni pensiero. Quando si è raggiunto un convenevole stato, con animo totalmente rivolto alla lettura, leggiamo il passo delle Scritture del giorno, parola per parola, con lentezza. Lasciate che ogni parola rimbombi nel vostro animo. La Lettura stessa diventa un'atto di adorazione silente verso il Verbo che si fa carne, e parla al cuore dell'uomo con la Sua piccola voce ( I Libro dei Re, 19:12). Le parole di Dio saranno incise nel nostro cuore, e sentiremo la pace spirituale e sovrasostanziale che sentivano i Discepoli nell'udire il proprio Maestro. 

monaco ortodosso benedettino alla Western Rite Conference of ROCOR, Mount Alvernia ( US ) 

MEDITAZIONE

Una volta conclusa la lettura, iniziamo a lasciar fluire le energie divine in noi. Prendiamo ancora in mano il Vangelo e studiamo questo passo che abbiamo letto, affinché quelle parole entrino in noi e ci permettano di comprendere l'insegnamento di quel passo. Uno dei pericoli maggiori in questa fase della preghiera è l'immaginazione che lavora nella mente, impedendoci di focalizzare il nostro pensiero. I santi padri, fra i quali Nil Sorskij, ci insegnano che fondamentale è radunare i pensieri e cacciarli prima che diventino fissi: non permettete all'immaginazione di prendere possesso della mente, ma imbrigliatela e concentriamoci. Ottenuta una mente lucida, riflettiamo sul senso profondo di ogni parola che abbiamo letto e troviamo in questa lettura un senso per la nostra esistenza. 

ORAZIONE E CONTEMPLAZIONE

Dopo aver meditato sul Vangelo, preghiamo e chiediamo che queste Parole appena lette possano davvero cambiare la nostra esistenza. Iniziamo un dialogo interiore, che parte dal nostro cuore, con Dio. Lasciamoci pervadere dalla quiete del dialogo fruttuoso col Creatore, che pregheremo spontaneamente. Adoriamo il Signore Dio. Questa parte non è attiva nel senso che noi diamo comunemente alla preghiera - chiedere, ad esempio, qualcosa, o ringraziare per qualcos'altro - ma è contemplativa, quel concetto che il greco rende con le parole theoria physike e Theologhia ossia "contemplare Dio attraverso il mondo naturale e fisico nel quale Egli si manifesta" e "contemplare Dio per quello che è, l'Uno", l'Unico, che permea ogni cosa e che esiste in quanto è. In base alle nostre attitudini, la nostra mente preferirà uno o l'altro canale di contemplazione.







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