La Krsna Slava dei serbi: celebrare il santo patrono

Non sono certo il primo a parlarne, ma avendo molte amiche serbe, mi è sembrato giusto condividere una loro festa molto sentita, la quale caratterizza la cristianità serba dalle altre "ortodossie". I Serbi, infatti, hanno un rito in più, la celebrazione del santo patrono, detto in lingua serba krsna slava


una piccola tavola attrezzata per la celebrazione e la festa domestica del santo patrono

Il santo patrono si acquisisce assieme al Cognome e si passa di padre in figlio, costituendo così parte della continuità familiare: i santi più popolari - cioè più diffusi fra le famiglie - sono san Nicola (19 dicembre), san Giorgio ( 6 maggio), san Giovanni Battista ( 20 gennaio), san Michele Arcangelo ( 21 novembre) e san Demetrio ( 8 novembre).

Il rito di celebrazione è stato diffuso in lingua italiana sul sito della parrocchia di San Massimo a Torino, quindi non è mia intenzione sviluppare un articolo liturgico, quanto casomai spiegare socialmente e culturalmente come si affronta questa festa.

Quando un serbo ti invita alla Krsna Slava per la prima volta, giustamente ti sentirai obbligato a partecipare; e giustamente, dato che i serbi considerano un grande onore quello di venire invitati ad un evento così familiare: sentiti visto come un grande amico di chi ti ha invitato. E' considerato un gesto di cortesia recare con sé un regalo, di solito una bottiglia di vino per il padrone di casa, e un mazzo di fiori per la padrona. Se il santo patrono coincide col giorno di battesimo o con l'onomastico di qualcuno in famiglia - cosa probabile, consideratelo un compleanno. Si è soliti portare anche delle caramelle per i bambini, se si è invitati. Quando si entra in casa, di solito si saluta con "buona festa, padrone (di casa)", in serbo "srechna slava, domacine!" Se si viene invitati in modo formale per la prima volta in casa dell'ospitante, è uso presentarsi in modo formale a tutta la famiglia. Ricordate la regola dei tre baci sulle guance, comune a tutto il mondo slavo. Dopo di ciò, la padrona di casa offre solitamente del vino rosso in un piatto, vi daranno anche un cucchiaio: bevete un sorso del vino, e adesso consideratevi a casa. Se questa è una famiglia molto tradizionale, il capofamiglia siederà a capotavola o in un luogo particolarmente importante: ricordatevi quindi di sedervi nel posto che vi hanno assegnato in ordine di "grado". Dopo il rituale officiato dal sacerdote, i serbi sono soliti intrattenere gli ospiti con lauti pranzi o merende, con canti, frequenti bevute e risate a cui, in una sorta di stereotipo, siamo anche abituati a vedere nei film. Quelli che sanno cantare di solito aprono il via a piccoli componimenti divertenti o meno, che tuttavia contengono formule di augurio tipo "possa tu e la tua famiglia celebrare il tuo patrono per molti anni!" e tutti in coro che rispondono "per molti anni" e così via. Il Santo Patrono è una occasione di festa, simile per certi aspetti agli Onomastici come venivano celebrati da noi prima della rivoluzione industriale del dopoguerra: coloro che hanno i nonni particolarmente religiosi si ricordano le case piene di parenti e di dolci. 
Divertitevi alla Krsna Slava dei vostri amici - o al vostro, se l'avete! - e non dimenticatevi mai di pregare per la salute della famiglia!

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