L'abito dello Skima

Un autentico monachesimo cenobitico è davvero difficile trovarlo nel nostro Paese, dal momento che l'unico monastero sufficientemente ampio per essere chiamato tale è, al momento, quello di Bivongi in Calabria, sotto giurisdizione romena, il quale ospita una decina di persone fra monaci, abate e novizi, ed è comunque una realtà molto piccola, se confrontati con i grandi complessi dell'Athos oppure con il Monastero di San Sergio in Russia, il quale da solo ospita sulle trecento anime, e secondo quanto riporta il martire e filosofo Florenskij prima della Rivoluzione ne contava quasi seicento. Non siamo quindi molto abituati a vedere processioni di monaci o a venire influenzati dai monasteri nella nostra di ortodossi, la quale si limita, spesso, ad una frequentazione domenicale di una parrocchia.


Eppure, nelle nostre ricerche, abbiamo visto molte volte fotografie di monaci vestiti non con il semplice abito nero, ma con una vera e propria armatura di tessuto sulla quale sono cuciti disegni di croci, di teschi, e scritte.  Questi sono i monaci dello skima. Cos'è, dunque, lo skima
E' una parola intraducibile, che preferisco difatti mantenere nella lingua originale: alcuni lo chiamano Abito Angelico riferendosi al Grande Skima. I gradi interni al monachesimo sono tre:
Rasoforia: il monaco dotato di rason (lettura: ràzon) e berretto col velo ( kamilafka o skuffia, dipende dal popolo di riferimento e dalle varianti.) La rasoforia è il primo stadio dopo il noviziato, il monaco cenobita come lo chiamerebbe san Benedetto (1) ma a differenza della regola latina, il rasoforato non prevede l'assunzione di alcun voto: essi leggono due preghiere quando ricevono il vestito e il berretto, << (...) rendendo grazie a Dio per i monaci futuri, salvati dal mondo della vita vana ed evocano la Grazia divina, per migliorare la propria condizione spirituale attraverso le opere, sia per i nuovi monaci che per l'intero monastero.>> ( starec Zaharija).  
Piccolo Skima: Il piccolo skima è una riduzione delle promesse, dei voti e degli obblighi del Grande Skima, ed è una innovazione degli ultimi secoli. San Teodoro Studita proibì la divisione fra piccolo e grande skima, considerandolo un oltraggio; san Gregorio di Salonicco ribadisce che è uno sviluppo recente, poiché nei primi secoli non esisteva alcuna divisione dei ranghi monastici ed era fin da subito consegnato il Grande Skima
Grande Skima o Abito Angelico: l'Abito Angelico è la somma e la vetta della vita monastica, caratterizzata da digiuni, veglie e obbedienze (2) molto gravosi. Il monaco che porta questo abito è chiamato iso-angelico o "portatore del Grande Skima". (russo/serbo: velikoskimnik), dal momento che deve diventare del tutto simile agli Angeli. L'Anziano maestro Vasarnufje dice a proposito del Grande Skima: << Il monaco del Grande Skima è un faro spirituale e luce del mondo. (...)Le regole di vita e l'atteggiamento di chi possiede quest'abito sono ancora conservati sul Monte Athos e in tutti i monasteri che seguono l'antiche Regole. Dopo un lungo sentiero, almeno triennale, nella vita monastica, il monaco può assumere l'Abito Angelico come la forma più perfetta della vita monastica. >> .

Preghiamo, cari fratelli e sorelle, perché il Signore ci mandi buoni monaci, desiderosi di costruire monasteri e di illuminare questa terra con le loro preghiere. 

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1) Sulle diverse specie di monaci, Regola di san Benedetto, cap. II Città Nuova Edizioni 

2) Le Obbedienze sono parte integrante della vita di monastero e monacale in generale, consistendo esse in azioni e comportamenti che ti vengono dati dall'Abate per l'edificazione personale e comunitaria. Esempi comunissimi di obbedienze sono il cuoco di settimana, il lettore di settimana ai pasti, l'addetto alla pulizia delle stanze, il portinaio e così via. 

3) Le citazioni sono comparse sulla mia bacheca di Facebook prive di fonte se non il nome del monaco. Purtroppo, non posso in alcun modo indicare l'antologia di provenienza. 

nota da appassionato di moda ecclesiastica
 Il rason è differente dalla tonaca. Difatti, esso ha maniche molto larghe e lunghe, mentre la tonaca da sacerdote sposato ha le maniche strette e di solito è meno panneggiata. La tonaca, in italiano anche abito talare, ha un corrispettivo in ogni lingua  che è bene ricordarsi quando parliamo con gli stranieri: reverenda ( romeno), mantja (serbo), podriasnik (russo), anderì (greco), cassock (inglese). E' curioso come in russo il termine mantja sia usato per il mantello abbaziale o episcopale, riccamente ornato con frange d'oro e colori sgargianti. 

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