S.B.R. Serafim del Pireo << Epistola contro il Sinodo Pan-Ortodosso>>

Pravoslavie.ru ha diffuso in lingua russa una epistola di sua eccellenza il metropolita Serafim del Pireo il quale ha esposto in modo molto critico la propria opinione contro la sinassi di  giugno. Il Metropolita Serafim del Pireo non è certo la prima volta che si dimostra scettico nei riguardi del movimento ecumenico e in particolar modo della geopolitica ortodossa contemporanea, ma questa lettera è forse il segnale  più forte che la sua eminenza ha mai esposto fino ad oggi. 
Chiedo perdono per la traduzione dal russo che non sarà eccellente ma piuttosto libera, dato che non sono abituato a tradurre da questa lingua: se notate errori gravi, segnalatemeli

Una << Innovazione ineffabile >> senza precedenti in duemila anni è  la Sinassi cui convergeranno 24 vescovi delle Chiese locali.  Egli ha ricordato come nei Concili Ecumenici hanno sempre partecipato il maggior numero possibile di vescovi; la pratica di venir rappresentati da altri ha avuto luogo quando un episcopo non poteva partecipare per un motivo od un altro al Concilio. 

"Secondo l'ecclesiologia ortodossa, ogni vescovo - anche se gestisce la più piccola diocesi del mondo - è un partecipante vivente della Chiesa Universale." ha dichiarato il Metropolita nel suo messaggio. Secondo il vescovo, "nessun invito al  Consiglio Pan-Ortodosso rende possibile esprimere un parere su di esso, poiché gli organizzatori a quanto pare non sono interessati." 

Il presule ci ricorda come un ruolo da prima dama nei Concili Ecumenici l'hanno avuto i rappresentanti del clero minore e dei laici. "Non è esagerato chiamare il prossimo concilio un sinodo ortodosso minore: ovviamente, in contrasto con la Tradizione, si è evitata la probabilità che alcuni vescovi possano interferire con le decisioni del consiglio, qualora gli organizzatori presentino una revisione della Tradizione.>> ha detto il vescovo

Irragionevole, secondo il vescovo Serafim, è la decisione del Patriarca Bartolomeo di chiamare "pan-ortodossa" ma non ecumenica (universale) la sinassi prossima, dal momento che la "chiesa" cattolico-romana non vi parteciperà. "L'allontanamento degli eretici non preclude l'universalità del concilio", ha ribadito il vescovo. Il metropolita Serafim inoltre si dichiara contrario al principio << una Chiesa locale - un voto >>. Secondo lui, ogni singolo vescovo ha il diritto di partecipare ai lavori del Concilio. 

Una analisi critica molto dettagliata da parte del metropolita del Pireo è giunta nei riguardi del documento bozza del Sinodo al V incontro di Chambesy ( Svizzera ), 10-17 ottobre 2015 intitolato La Chiesa Ortodossa e il resto del mondo cristiano
"Il testo non parla di eresie ed errori, quasi che questi siano scomparsi dopo l'Ottavo secolo" ha detto il metropolita; nel suo messaggio espone come il Concilio intende sistemare i malintesi dei secoli passati. Egli si è soffermato nel 22° punto del documento, il quale recita: 
<< La Chiesa Ortodossa ritiene di dover condannare ogni singolo tentativo di dividere l'unità della stessa attraverso individui o gruppi che palesano l'interesse di difendere la vera ortodossia. Come sempre è stato nella Storia dell'Ortodossia, la verità si difende attraverso la conciliarità che fin dai tempi antichi ha rappresentato la suprema competenza della Chiesa sulla materia della fede". Secondo il Metropolita, tale espressione dà l'impressione "di proteggere quali infallibili le decisioni che saranno prese al Sinodo". A dire suo, il punto 22° non tiene conto della storia: l'ultimo criterio di legittimità è la validità dogmatica del documento. Questo è il motivo perché alcuni Sinodi, dichiarati universali,erano invece illegali ed empi e come tali furono in seguito riconosciuti. 

Il Metropolita Serafim non è neppure d'accordo con l'invitare osservatori cattolici, protestanti e monofisiti. "Nei duemila anni di Storia, la Chiesa ha sempre avuto i suoi concili universali e locali senza la presenza degli eterodossi". L'unico caso storico in cui è avvenuto è stato un osservatore (ortodosso) al Concilio Vaticano I. "E'accettabile che si prenda d'esempio dalla pratica del Papa?" ha detto il monsignore Serafim. Il Metropolita ci ricorda come gli "osservatori" eretici dei primi concili erano piuttosto gli imputati affinché si pentissero. Se continuano a persistere nei loro errori, che vengano scomunicati ed espulsi dal Sinodo. "La presenza dei non-ortodossi al Concilio Pan-Ortodosso mina la credibilità dello stesso e legittima l'errore e l'eterodossia" ha detto il presule

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