Il Sinodo della ROCOR contro il Concilio Pan-Ortodosso

La ROCOR (Chiesa Ortodossa Russa Fuori dalla Russia) ha espresso in un vero e proprio saggio pubblicato in inglese su Pravoslavie.ru il suo punto di vista riguardo il Concilio di giugno, che si avvicina sempre più. Non sono certo i primi a esporsi, come abbiamo potuto vedere dalla situazione del vescovo Longino di Banceni ( il quale, ricordiamolo, ha smesso di commemorare il suo patriarca) e il vescovo Serafim del Pireo, nonché il Patriarca di Georgia sua santità Elia II e i monasteri moldavi. 

Per ragioni di lunghezza ho deciso di non riproporre per intero il documento della ROCOR (il quale conta moltissimo materiale), ma di citarne solo i punti salienti e avere una panoramica generale, poiché grossomodo l'enciclica sinodale ripete lo stesso schema degli antagonisti del Concilio: un sentore generale permea lo schieramento "tradizionalista", giacché il Concilio viene recepito da molti come modernista. 


Il sinodo della ROCOR, al centro S.B.R. Hilarion di New York, primarca

I membri del Sinodo ROCOR hanno espresso preoccupazione per quasi tutti gli ordini discussi nel Concilio, ma il primo che menzionano sono le condizioni di autonomia, (mi sono promesso di tradurre anche questo documento a breve), le quali secondo i presuli americani sono "scritte con parole ambigue, bisognose di chiarimenti e manchevoli di precisione teologica, e con un linguaggio ecclesiologico lontano dalla sacra tradizione della Chiesa." (1) Inoltre, il documento << La Chiesa Ortodossa e le sue relazioni col resto del mondo cristiano >> è "sostanzialmente inconcludente" e "inconsistente" sia concettualmente che linguisticamente: secondo la ROCOR, il documento sulle relazioni fallisce miseramente poiché manca di porre la Chiesa Ortodossa come unica via di Cristo nel mondo diviso di oggi, ma al contrario tende a giustificare l'esistenza di altre realtà ecclesiali. In modo particolare, essi sono avversi al punto VI di questo documento il quale dice: "la Chiesa Ortodossa riconosce che nella Storia sono nate e sussistono altre chiese che non sono in comunione con lei".  Il Sinodo ROCOR arriva addirittura a dire che la "para-ecclesiologia eretica" non viene combattuta dal Concilio, il quale anzi sembra legittimarla (2). Essi contestano inoltre la "necessità al dialogo" che sembra venire imposta dal documento conciliare. Più o meno per tutto il saggio, il Sinodo ROCOR contesta le aperture (palesi) del Concilio verso le altre confessioni cristiane e verso le altre religioni; ancora, essi esprimono preoccupazione per i "valori laici" che il documento circa la missionarietà propone, quali ad esempio l'enfasi sui "diritti umani" fatti propri da una certa ideologia anti-cristiana - secondo le parole della ROCOR. Infine, essi si lamentano anche della procedura conciliare, ossia di come verrà svolto il Concilio, dicendo che la forma in cui verranno effettuati scrutini e votazioni (un solo rappresentate per Chiesa) NON è la forma tradizionale dei Concili, ai quali possono partecipare tutti i vescovi, e quanti vogliono fra clero e laici selezionati dai vescovi stessi. 
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1) originale: (...) indeed (the documents) contain elements of useful clarification, the employement in others of ambigous terminology, a lack of theological precision, and ecclesiological language foreign of the sacred tradition of the Church!

2) originale: (...) It is in this context of a heterodox para-ecclesiology that the document goes on to speak of Christian unity as something that has been “lost”
  

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