La Religione del Trono di Spade

Game of Thrones, conosciuto come Il Trono di Spade, è un adattamento cinematografico della saga fantasy Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, scritta da George R.R. Martin e divenuto adesso uno dei cult, forse la serie tv più guardata di sempre. Mi sono domandato, e come me molti altri, l'apporto della Religione di Game of Thrones nell'universo del libro e perché no l'influsso che questo esercita sulle masse. 

Lo scrittore, George R.R. Martin, ancora in vita e prolifico ( aspettiamo tutti il compimento della Saga ), è un americano classico il cui genere rispecchia il così detto << fantasy realistico >> ossia non ideale e idealizzato, ma un "medioevo" oscuro e violento, fatto di morte, sesso e sangue. 

Irrealismo del contesto socio-spirituale

In questo clima "realistico" ci sono molte religioni, la cosa sconcertante (per un medievalista come il sottoscritto) è che queste religioni NON sono in concorrenza né in guerra fra loro: ne risulta immediatamente un medioevo posticcio e finto. In un "medioevo realistico" il principio di universalismo della fede sarebbe unito al principio di individualità della religione. In altre parole, la mia religione è l'unica vera e la tua è sbagliata quindi andrai all'inferno: un semplice fatto di coerenza, virtù che gli uomini medievali avevano ben piantata nel loro realismo spirituale. Questo semplice leitmotiv filosofico è del tutto assente, e i fedeli delle varie religioni non si fanno problemi nel vivere a stretto contatto con individui di altre fedi, cosa che in un medioevo reale avrebbe generato ghetti o almeno città "di parte". Un episodio che mi ha particolarmente scioccato è l'ultimo della Sesta Serie, quando la regina Cersei fa saltare in aria il Tempio di Baelor, praticamente paragonabile alla San Pietro di noialtri, e NESSUNO si disturba a dirle niente. Un uomo medievale ( o antico, o tradizionale, o appartenente al mondo tradizionale) avrebbe armato un esercito e scotennato la regina empia... qui nessuno si fa problemi se una regina dicesi credente fa saltare in aria la tua Cupola della Roccia. 
Quali sono però le principali religioni di questo universo fantastico (e tremendamente moderno)?

Le religioni principali

Il Credo dei Sette. Noto anche come "Il Credo", è la religione di Stato e quella più conosciuta dal lettore/spettatore: è tuttavia una religione di Stato ( limitata a Westeros, il continente Occidentale) che non si impone, ma rimane piuttosto moscia fino all'arrivo dell'Alto Passero (corrispondente del Papa occidentale) il riformatore. Esteriormente presenta questi Sette Dèi (Il Padre, La Madre, il Guerriero, Lo Sconosciuto, Il Fabbro, La Fanciulla e la Vecchia) i quali tuttavia sembrano essere piuttosto ipostasi di un'unica realtà (una sorta di cristianesimo polimorfo). I rituali - per quel poco che se ne parla - sembrano mutuati dall'anglicanesimo, come si nota ad esempio la disposizione del catafalco per il funerale di Joffrey. Il clero è in stile cristiano, gerarchico, con la presenza di monaci e suore. Le virtù cristiane (ovviamente presentate come fanatiche) sono perlopiù incardinate in questo Credo. Il Credo è figurativamente la << religione occidentale >> quindi per eccellenza fanatica e cattiva, dotata di una propria milizia (i Passeri, ossia i "frati poveri" armati) e di un vero e proprio corpo militare su modello cavalleresco medievale, i Guardiani della Notte, i quali se pur esistono da prima dell'arrivo dei Sette, sono comunque sottomessi spiritualmente al Credo. 


L'interno del tempio di Baelor con le statue dei Sette dèi

Il Dio Abissale. Venerato solamente nelle isole di Ferro, è un culto monoteistico incentrato sul mare e sul battesimo ( un po' tipo TdG ) per prolungata immersione. Non è assolutamente rilevante. 

Il Dio della Luce, o R'hollor. Il Signore della Luce, com'è solitamente chiamato, è l'altra faccia del Cristianesimo. Culto nato e cresciuto nel continente orientale (Essos) presso gli schiavi e i poveri di Mirin e Volantis, i sacerdoti di R'hollor, vestiti con tuniche rosse, hanno spesso poteri di veggenza, lettura delle anime e premonizioni, cosa che li rende particolarmente utili per i potenti del mondo (Varys stesso ne ha fatto conoscenza). sono i seguaci di un dio inconoscibile, anch'esso "unico", figurato nel fuoco  e nella luce, eternamente contro l'Altro (ossia il male) del quale i credenti di altre fedi sono i seguaci inconsapevoli. Forse è il dio meno "accondiscendente" di GoT, quello più biblico e geloso. Il suo simbolo è una sorta di sacro cuore infuocato e coronato di spine, cosa che ha fatto sparlare a lungo di "cattolicità" di R'hollor. 

Gli Antichi Dèi. Un non specificato culto di antiche divinità prima che, seimila anni dalla guerra dei Cinque Re, il Credo diventasse preponderante. Culto della natura e delle forze arcane, collegato al Corvo dai Tre Occhi, un autentico paganesimo in vecchia salsa, sembra la religione favorita da Martin. 

Oltre a queste religioni, abbiamo fatto conoscenza della Dea Madre dei Dodraki e abbiamo potuto vedere una piramide sulla cui sommità una sorta di divinità indù palesemente somigliante a Shiva guardava la città di Mirin, della quale neppure sappiamo il nome. 

Presenza del divino nel Trono di Spade

E' evidente l'ateismo dell'autore. giacché nessuno di questi dèi è realmente attivo e quindi esistente, dal momento che l'esistenza presuppone l'azione di una Forza. Ben diverso è ad esempio il sistema di Guerre Stellari, dove, seppur mascherato, è presente un dio e un Destino (la Forza stessa, in un certo qual modo). In GoT, piuttosto, assistiamo piuttosto al culto della Morte e alla sua presenza assidua, la quale diventa una compagnia alla quale ci siamo assuefatti e anzi aspettiamo la morte di un dato personaggio. Nel Trono di Spade notiamo una fitta presenza di maledizioni, invocazioni demoniache, di magie e stregonerie più o meno funzionanti, ma mai un'autentico intervento divino. Si deduce che Martin ha una concezione del mondo spirituale non tanto come ente morale ( generato invero dalle consuetudini umane, tipicamente illuministico) e nemmeno come sfogo privato o collettivo, e nemmeno come un Dio nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto come mondo metafisico le cui energie possono essere manipolate. Un "divino" utile e utensile, insomma. Proprio il dio distorto dei contemporanei nostri. 

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