I vescovi della Francia contro il papato nell' XI secolo (Storia della Chiesa)

Dal libro Before de Gregorian Reform: the Latin Church at the turn of the first millennium, apprendiamo come la riforma papista di Gregorio VII, e in generale l'aria papista delle ultime decadi ortodosse del Patriarcato di Roma, fosse avversata dall'episcopato latino fedele alla tradizione. Un esempio fu la risposta dei vescovi della Chiesa Gallicana all'inizio del XI secolo alle pretese di Roma.

Rodolfo il Glabro, monaco di Cluny, morto nel 1047, ci racconta la reazione dei vescovi della provincia della Gallia dinnanzi al movimento riformista papale del suo tempo.

"E tutti i Vescovi della Gallia erano ostili (al papa) perché era vergognoso che colui che siede alla Sede Apostolica avesse rotto la consuetudine apostolica e il tenore dei canoni, specialmente quando essi (i canoni) parlano delle antiche e venerabili regole della proibizione di un vescovo di esercitare il potere su una diocesi che non sia la sua, a meno che non venga invitato, dal vescovo del luogo... Il pontefice della Chiesa Romana, a causa della dignità della Sede Apostolica, è onorato maggiormente rispetto ad un vescovo, ma non gli è permesso di trasgredire i canoni in alcun modo. perché ogni vescovo di retta fede è sposato alla sua diocesi, ed equamente pari (agli altri) dinnanzi al Salvatore: perciò nessuno dovrebbe insolentemente permettersi di intromettersi nelle faccende delle diocesi altrui."

Rodolfo il Glabro si riferisce all'incidente ecclesiologico del 1004: in quell'anno, il conte Folco di Tours aveva costruito una chiesa nelle vicinanze del borgo, e chiese al vescovo del luogo di consacrarla: non avendo ottenuto una risposta affermativa, Folco scrisse al cardinale legato del papa del tempo, Giovanni XII. Questi, ritenendosi una autorità superiore, mandò il suo legato a consacrare l'edificio superando il vescovo del luogo. I prelati di Francia perciò si radunarono e scrissero al papa, sconvolti da quell'atto irriguardoso della dignità episcopale. Lo stesso Rodolfo commenta, nel suo Libri di Storia (nel Libro II cap. 4), che tale azione papale fu vista da tutti i vescovi gallicani come una usurpazione dettata dalla cupidigia, e non da zelo cristiano. 

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