La Chiesa Serba delle origini: fra Roma e Costantinopoli (Storia della Chiesa)

Premesse politiche-sociali 

Un popolo slavo noto come Serbi compare nella Storia nell'anno 630 quando, sotto ricompensa dell'imperatore bizantino Eraclio, liberano l'Illiria, la Rascia e la Doclea dalle mani degli Avari, ottenendo dai bizantini la possibilità di governare quelle terre in modo semi-autonomo tramite i loro principi (zupan, in serbo) i quali avrebbero dovuto giurare fedeltà all'Impero Romano d'Oriente. Dal punto di vista religioso, la giurisdizione spettava al patriarcato di Roma (con infiltrazioni aquileiesi) e fu così che l'Imperatore permise ai missionari latini di cristianizzare gli abitati della costa e delle città principali come Singidunum, città-fortezza centro dell'antico Limes Danubiano [1] che prese il nome di Belgrado proprio grazie alla colonizzazione serba: nell'anno 878 è attestato per la prima volta il nome Beograd al posto del nome latino. Nel 732 l'imperatore eretico e iconoclasta Leone III Isaurico, dato che il santo patriarca di Roma Gregorio II lo aveva scomunicato, tolse ogni autorità religiosa romana sulle province dell'Illiria, dell'Italia Meridionale e dei Balcani, imponendo agli Esarchi [2] locali di giurare fedeltà al clero greco: in questo modo, il clero latino abbandonò i Balcani lasciando il campo a quello greco-iconoclasta prima, e al clero greco ortodosso poi. Nelle città costiere come Ragusa, Cattaro, Antivari, Durazzo, di fondazione romana, la cultura latina rimase dominante (e in futuro, quindi, l'impostazione del cattolicesimo come culto dominante). Nel X secolo fu deciso di dividere le competenze ecclesiastiche in due capitali locali, Ad ogni modo, un vescovo latino fu installato a Ragusa (Dubrovnik) mentre un metropolita di sangue greco governava a Zeta. Lo zupan di Rascia Jovan Vladimir (santo per la Chiesa Serba) all'inizio del secondo millennio conquistò anche la Doclea, la Pagania, il Montenegro, la Travunia e l'Illirico, diventando Re di un unico grande stato che si sciolse alla sua morte nel 1016. La Serbia diventò nuovamente un thema (distretto) dell'Impero Romano d'Oriente. 


porzione di ciò che rimane della fortezza romana, il Castrum di Singidunum

Il secolo Undicesimo

Il secolo XI fu determinante per l'assetto istituzionale e religioso della nazione serba. Lo zupan Mihalo di Doclea (Duklja in serbo) si dichiarò fedele al papato nel 1055 e così il pontefice, intravedendo una possibilità di influenza culturale nei Balcani, fondò un Arcivescovato ad Antivari nel 1067: Mihalo avrebbe voluto una Chiesa Autocefala - aveva i Bulgari come ispirazione - ma ovviamente non era nei piani del pontefice; Nel 1072 Mihalo inviò suo figlio Kostantin Borin a combattere i bizantini con un'armata a fianco dei macedoni ribelli, ottenendo numerose vittorie. I bulgari riconobbero Kostantin re e lo incoronarono col nome di Pietro III. Nel 1076 Mihalo conquistò Ragusa e un emissario di Papa Gregorio VII lo incoronò Re di tutti gli Slavi. Nonostante fosse fedele alla Chiesa romano-cattolica, Mihalo non volendo subire un assoggettamento completo, impedì il cambio di rito e favorì l'utilizzo della liturgia di san Giovanni Crisostomo. Suo figlio Bodin continuò ad appoggiare i cattolici contro l'anti-papa ortodosso Clemente III (filo imperiale), ottenendo l'Arcivescovato di Antivari come capitale religiosa cattolica anche sulla Rascia e la Travunia. Nel 1111, morì anche Kostantin Bodin e si instaurò una lotta di potere per il controllo del regno: suo fratello Dobroslav II, ortodosso, fu appoggiato da Costantinopoli. Nel frattempo, la Rascia e la provincia di Zeta erano tornate in mano alla Chiesa di Costantinopoli, e il Gran principato di Rascia fu messo sotto la protezione del Patriarcato di Bulgaria. 

San Sava di Serbia e la nascita della Chiesa Autocefala Serba

La complicatissima situazione politica, nella quale i principati serbi erano in lotta fra loro fino a tutta la decade del 1150, era accompagnata da una tremenda lotta religiosa che vedeva i cattolici e gli ortodossi impegnati in lotte fratricide. Il Grande Zupan di Rascia, Stefano Nemanja (1117-1199) unificò gran parte dei piccoli principati serbi sotto il suo dominio, fondando il Regno di Serbia. Suo figlio, Sava, è considerato il più insigne fondatore della Chiesa di Serbia, sebbene il cristianesimo sia proprio delle popolazioni di questi principati fin dal IX secolo. San Sava a 17 anni fuggì nel monastero di s. Pantaleimone sul Monte Athos dove fu tonsurato monaco e prese il suo nome. Nel 1198 ripopola il monastero morente di Hilandar: nel 1200 fu ordinato sacerdote. Nel 1208 Sava divenne igumeno (abate) del monastero Studenica, costruito dal padre vent'anni prima. Stefano Prvrovencani, fratello di Sava, divenne Re di Serbia e si avvicinò alla Chiesa cattolico-romana a causa di un matrimonio con una nobildonna veneziana: a causa di queste divergenze, Sava abbandonò nuovamente la Serbia per recarsi a Nicea, sede temporanea dell'Impero Bizantino del tempo. In quel luogo nel 1219 ottenne dal patriarca Teofilo I di Costantinopoli il titolo di Arcivescovo, col permesso di fondare una Chiesa Autocefala in Serbia, al fine di arginare l'influenza che il clero romano aveva sui nobili serbi fedeli al fratello. A Zica fondò il suo centro episcopale dal quale difese con zelo il popolo serbo dall'eresia dei Bogomili. Nel 1235, a Turnovo (in Bulgaria), ove si trovava per una visita pastorale, si ammalò durante la benedizione delle Acque per la Teofania di quell'anno, e morì. Nel 1595 le sue reliquie, che riposavano nel monastero di Mileseva, furono date alle fiamme dagli Ottomani. 

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FONTI E NOTE

Dimitri Obolenskij, Il Commonwealth Bizantino, ed. Laterza, 1979

E. Hosch, Storia dei Paesi Balcanici dalle origini ai giorni nostri, Einaudi edizioni, 2005

1) Il Limes era un sistema di fortificazioni d'origine romana, che proteggeva i confini imperiali dai barbari. Belgrado, così come Vienna, era una delle città-accampamento fondate dai romani nel I secolo d.C. per dare alloggio alle legioni stanziate sul Danubio. Col crollo dell'Impero Occidentale, parte del Limes Danubiano fu restaurato dall'Impero d'Oriente che lo utilizzò (molte volte senza successo) per difendere i suoi confini dai Barbari come Avari, Bulgari, Serbi, Khazari e Valacchi. Il Limes Danubiano fu mantenuto finché, nati Stati e Regni con confini diversi senza rispettarne la costruzione, fu ritenuto completamente inutile. 

2) Gli Esarchi erano un grado militare dell'esercito romano, corrispondente al nostro generale. Solo dopo ha acquisito una valenza religiosa. 

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