La fine di san Giovanni Evangelista: morto o assunto al Cielo?

Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?». [Vangelo di Giovanni, cap. 21:20-23]

Quante volte ci siamo domandati che fine abbia fatto il discepolo prediletto di Cristo, ovvero san Giovanni l'Evangelista? E' morto seguendo il corso naturale della natura umana presente, oppure ha subìto una sorte speciale? 

La prima menzione di un destino particolare per san Giovanni il Teologo è menzionata nell'apocrifo Atti di Giovanni [1] i quali affermano che l'Apostolo Giovanni morì, ma la tomba fu trovata vuota, e quindi si assume che fu assunto in Cielo: il parallelo con la Madre di Dio è evidente. Negli Atti è specificato che i discepoli di Giovanni "non trovarono niente se non i suoi sandali" nel luogo dove lo avevano lasciato il giorno precedente, nel quale il santo apostolo aveva pregato Dio di prenderlo con sé. A Efeso, luogo del suo sepolcro, si sono sempre celebrate le liturgie sopra la sua tomba. Il giorno 8 maggio si commemora un miracolo accaduto proprio al suo sepolcro, dal quale uscì una sorta di polvere (chiamata "manna" dai fruitori del miracolo) che si depositava sui fedeli. Circa verso l'anno Mille, il miracolo ha smesso di manifestarsi.

Affresco dell'Assunzione al Cielo di Giovanni il Teologo, 
al monastero della Sacrissima Vergine Mavriotissa a Kastoria (Grecia)

Al quinto Idiomelo del Mineo, per la festa di san Giovanni il Teologo, si canta: 

Trasferito dalla Terra (methistamenon) [in Cielo] senza ritirarsi (afistamenon) da questa, vivi e aspetti la seconda Venuta del Maestro

Inoltre, fra i vari Canoni poetici al santo, un Canone scritto da un tale Giuseppe cita il fatto che Giovanni "è stato portato via" dalla Terra e ora "si trova in Paradiso" (en ouranois genomenos). Fra gli autori antichi, menzioniamo Policrate di Efeso (+196), ripreso da Eusebio di Cesarea nel suo Storia Ecclesiastica, il quale afferma: 

Grandi luminari della Fede dormono in Efeso, e questi risorgeranno nel giorno della Parusia del Signore... come Giovanni, colui che poggiò la testa al petto del Signore: anche lui dorme in Efeso. [2]

Come sappiamo, "dormire" nella poetica cristiana significa essere morto. Fra le note dei nuovi Minei, difatti, compare questa nota alla parola metastasi ("Assunzione"), riferita a san Giovanni il Teologo: 

Sarebbe più corretto cantare la parola Komisis (Dormizione) in luogo di Metastasi (Assunzione), perché il Teologo non fu tradotto al Cielo, bensì si addormentò. [3]

Sant'Ippolito di Roma (+236) nel suo Racconto dei Dodici Apostoli, così si esprime su san Giovanni Apostolo: 

Giovanni, il fratello di Giacomo, visse e predicò nell'Asia Minore, venne ad Efeso e qui si addormentò nei tempi di Traiano. Gli abitanti cercarono il suo cadavere, ma non lo trovarono. [4]

Nella Legenda Aurea, composta nel XIII secolo in ambiente latino (ma tratta solo di santi pre-scisma), invece, si dice chiaramente che san Giovanni fu rapito al Cielo circondato dalla Gloria divina e dalle energie increate, e al suo posto rimase la "manna". 

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NOTE

1) M. B. Riddle, Acts of st. John the Evangelist, in Ante-Nicene Fathers, libro VIII, pp. 560-64.

2) Eusebio di Cesarea, Historia Ecclesiastica, 3.31.3 (M.20.280B)

3) Mineo, Santa Sofia Edizioni, pag. 191 (inglese-greco). 

4) M. B. Riddle, Ante-Nicene Fathers libro V, p. 255

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