Il nostro Re (S.E. Avondios) - riflessioni sulla monarchia romena

S.E. + Avondios di Brescia ha pronunciato un discorso il giorno 16 dicembre, in occasione della morte del sovrano di Romania, Mihai. Ne proponiamo la traduzione in italiano.

In foto: monsignor Avondios al rito della Parastasi per il defunto Re Michele

"O Dio Santo,
padre Celeste,
Sostieni con la tua mano
la Corona romena"

(Dall'inno della Romania monarchica)

"La Romania ha perso gli ideali delle grandi figure della nostra storia. Erano tutti guidati dal senso del dovere, coraggio e altruismo. Perderemo il rispetto e la fiducia del mondo, in Romania, se continuiamo a deviare da questi ideali." ( Sua Maestà il Re Michele di Romania)

Oggi il popolo romeno dà uno schiaffo al triste e sanguinoso destino della nazione romena, schiaffeggia gli autori dei disgraziati avvenimenti del 1990, e, alla fine, al sistema "democratico" edificato sui cadaveri dei giovani morti nella rivoluzione del dicembre 1989. 

Oggi, il popolo romeno è unito, desideroso di portare rispetto ancora una volta a colui che fu costretto a vivere lontano dalla sua patria, la Romania. 

Sua Maestà il Re Michele di Romania, un nome che rimarrà scritto nei cuori di tutti coloro che non sono asserviti al pensiero retrogrado e all'incoscienza, Io, nato nel 1977, sono uno di quei giovani cresciuti con il ritratto di Re Michele nella soffitta di casa. Ricordo ancora oggi le "Storie Notturne" di Re e Regine che fecero grande la Romania, "Storie Notturne" che nonni e genitori ricordavano sotto il lume della lampada ad olio, ascoltando Radio Europa Libera, ovviamente di nascosto, per paura del regime comunista. Sono cresciuto con quella sensazione, come divina, di amare e rispettare la figura di un Re bambino, che ha contribuito alla continuazione della Storia, che amava il suo Paese, ma tuttavia esiliato e bandito dai traditori della Nazione. 

Quanta nobiltà, quanto carisma emanava dal silenzio di un Re in esilio! In questo giorno, da morto, riceve gli onori e i pianti dei discendenti di coloro che hanno servito il Paese e Sua Maestà,  con grande devozione. Quanta pace e quanto amore ci ha mandato dal Cielo la Sua Maestà, perché questo popolo si riunisca così in un momento simile. 

Scrivo queste righe, eccitato, pieno di amore nascosto per il Re del mio Paese. Anche se queste parole sono semplici e senza forza, a volte desidero inviare questo messaggio alla Famiglia Reale, e sono fiducioso che sua Maestà il Re Michele sia il modello sul quale il popolo romeno deve basarsi per riconquistare la sua identità. 

Mi ricordo di una discussione di alcuni anni fa, avuta con la sua eccellenza il Conte Pellegrini Cislaghi, al palazzo della sua Eccellenza. Questi mi diede occasione di riscoprire la nobiltà di Re Michele e della Regina Anna di Borbone-Parma. Giacché era un conoscente della Famiglia Reale di Romania, ha ricordato un evento che ha segnato tutti gli invitati al matrimonio di Vittorio Emanuele di Savoia, al quale parteciparono. La Regina Anna, non avendo i mezzi finanziari per acquistare un decoroso abito da cerimonia, decise di vestirsi con l'abito del suo matrimonio, riadattandolo in modo da poterlo vestire per quell'occasione. Viene naturale porsi delle domande... dove sono le tonnellate d'oro e tutte le risorse della Romania che la Famiglia Reale avrebbe rubato e condotto con sé, secondo ciò che hanno insegnato, intossicandoci per 45 anni di Comunismo? L'oro e tutta la Romania sono stati rubati dall'esercito sovietico, o forse furono donati da Petru Groza e Ana Pauker ai "liberatori" russi?  Quante menzogne! Quante menzogne e falsità sono state servite al popolo romeno?

La Famiglia Reale di Romania visse nella semplicità e nella modestia, animata da quei valori dei quali il mondo ha tanto bisogno. Nonostante la Storia del popolo romeno trabocchi di menzogne, nulla ha impedito alla gente di piangere il suo Re. Oggi, il Re di Romania lascia una Terra ai suoi discendenti, al cui destino siamo tutti partecipi. 

Svegliati, popolo romeno, dall'ubriachezza della tua incoscienza! Svegliati, popolo romeno, dalla disattenzione e dall'intorpidimento nei quali pensi di trovare pace! Alzati, o romeno, schiaccia sotto il tuo piede il serpente dell'illusione, leggi nel destino della tua Storia, la Corona di Romania! Quanta umiltà hai dovuto tenere in questi anni! E' il tuo momento, nazione romena, è il momento della tua liberazione,  cambia il destino dei tuoi figli. Ricorda i momenti della tua unità, anche in quest'ora di dolore, e non lasciare che i ladri, i grezzi e gli scarti della società calpestino la storia del tuo popolo! Grida la Transilvania, piangono Cernovtzi, la Bessarabia e la Bucovina, con tutta la terra romena, irrorata del sangue di migliaia di soldati morti uniti sotto la corona della monarchia. Carlo I, Ferdinando I, Michele I, sono nomi che devono scuotere il nostro cuore, sono i Padri della terra che oggi, caro romeno, vendi senza scrupolo agli stranieri senza giudizio e senza amore. Piangono le foreste e i confini del Paese, razziati dagli empi e dai ladri di questo sistema impietoso. Svegliati ora, popolo romeno, almeno ora nell'undicesima ora, e chiedi la tua dignità come di diritto. 

Non vi dimenticheremo mai, Maestà, e sarete sempre nei nostri cuori.

+ Avondios, arcivescovo vicario di Milano ed Eparca di Brescia. 

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