Tradizione e Consuetudine nella Chiesa Ortodossa

Mi è stata fatta la seguente domanda: "Come mai ogni chiesa ortodossa  ha i suoi usi diversi? Sono andato dai russi e celebravano in un modo, poi mia moglie - romena - mi ha portato alla sua chiesa, dove celebrano in modo un po' diverso, e presumo che i greci faranno in un altro modo ancora. La Chiesa Ortodossa è dunque una, o sono tante?"  Provo a rispondere qui, nel blog, a beneficio di molti, nonché come nota personale

La Chiesa Ortodossa ha preservato la Santa Tradizione, ovvero liturgie, sacramenti, dottrine, dogmi e teologia, nonché ecclesiologia e morale, immutata in ogni sua parte. In altre parole, la Chiesa Ortodossa, in ogni sua ramificazione terrena (le Chiese Locali) mantiene la stessa teologia. Altra cosa sono le "tradizioni" con la t minuscola, che preferirei chiamare consuetudini, o "usi". Un certo modo di celebrare, uno stile di canto, un paramento... non sono certo un problema se cambiano. Sono usanze sociali e religiose che fanno parte dell'esperienza collettiva, del bagaglio spirituale di un dato popolo di un dato posto. In alcuni luoghi, ad esempio, le Porte Regali sono aperte per quasi tutta la liturgia: in altre Chiese avviene esattamente il contrario. Ad esempio, in alcuni luoghi gli offici per i morti si fanno presso dei tavoli col cibo, nei paesi slavi (specie in Russia) vi sono invece altari appositi per i morti, e il cibo è portato solo di rado. Nessuno di questi usi è migliore di un altro. In alcune Chiese è consuetudine avere i sacerdoti mitrati, in altre Chiese questi non esistono: è forse peccato indossare - o non indossare - una mitria? Di esempi potremmo farne a decine. 

Il problema è scambiare la Consuetudine per Tradizione, e pretendere che tutti si adattino ad una consuetudine così come dovrebbero adattarsi al dogma. Non possiamo e non dobbiamo pretendere che popoli estranei ad una data usanza la assumano, perché le usanze nascono in modo naturale secondo le contingenze storiche e sociali di un popolo. Piuttosto, possiamo pensare che le consuetudini arricchiscono un grande mosaico ma non sono che piccoli tasselli di una grande immagine: se li facciamo diventare la parte centrale, il resto dell'immagine risulta invisibile. 

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