Sulla commissione mista di Chambésy tra le chiese ortodosse antiche e le chiese ortodosse bizantine

Vista la mia personale simpatia verso la Chiesa Copta mi sono permesso di chiedere ad un mio conoscente stimatissimo delle notizie circa l'avvicinamento tra i famigerati << pre-calcedonesi >> e le chiese ortodosse. Quanto segue è frutto interamente del suo intervento:
(...)Vorrei soltanto citare i punti salienti dell'intesa tra le due famiglie ortodosse si è manifestato in tutta la sua profondità nel corso della terza riunione plenaria della Commissione mista, tenutasi a Chambésy (Ginevra), presso il Centro del Patriarcato di Costantinopoli, dal 23 al 28 settembre 1990. La Commissione, presieduta dal metropolita Damaskinos di Svizzera (per le Chiese ortodosse bizantine) e dal metropolita Bishoy di Damietta, segretario del Santo Sinodo della Chiesa copta (per le Chiese ortodosse non-calcedonesi), ha sottoscritto un accordo cristologico che evidenzia la piena unità di fede tra i due gruppi di Chiese e getta le basi per il superamento della secolare divisione.
  Alla stesura o discussione della dichiarazione comune hanno partecipato, per parte copta, oltre al metropolita Bishoy di Damietta, il vescovo Serapione, il padre Tadros Y. Malaty e il dott. Joseph Moris Faltas (dottore in patristica e vicedirettore del Centro di Studi Patristici del Cairo). Punti salienti:

 «1. Entrambe le famiglie concordano nel condannare l'eresia di Eutiche. Entrambe le famiglie professano che il Logos, seconda Persona della Santa Trinità, unigenito del Padre prima di tutti i secoli e a Lui consustanziale, si è incarnato ed è nato dalla Vergine Maria, Madre di Dio (Theotokos); pienamente consustanziale a noi, pienamente uomo dotato di anima, corpo e ragione (nous) [...].

 2. Entrambe le famiglie condannano l'eresia nestoriana […] Esse concordano nel sostenere che non è sufficiente affermare che Cristo è consustanziale sia con il Padre sia con noi, Dio per natura e Uomo per natura; è necessario affermare anche che il Logos, che è Dio per natura, divenne per natura Uomo, mediante la sua incarnazione nella pienezza dei tempi.

 3. Entrambe le famiglie riconoscono concordemente che l’Ipostasi del Logos divenne composta (synthetos) grazie all’unione della sua natura divina increata (con la sua propria naturale volontà ed energia), che ha in comune con il Padre e lo Spirito Santo, con la natura umana creata, che ha assunto al momento dell’incarnazione e ha fatto propria (con la sua propria naturale volontà ed energia).

 4. Entrambe le famiglie riconoscono concordemente che le nature, con le loro proprie energie e volontà, sono unite ipostaticamente e naturalmente, senza confusione, senza mutazione, senza separazione e senza divisione, e che esse sono distinte soltanto nel pensiero (tē theōria monē) [...]

 7. La Chiesa ortodossa è d'accordo che le Chiese orientali ortodosse continuino a mantenere la propria terminologia tradizionale cirilliana di unica natura del Logos incarnato (Mia physis tou Theou Logou sesarkōmenē), poiché esse riconoscono la doppia consustanzialità del Logos negata da Eutiche. Anche la Chiesa ortodossa usa questa terminologia. Gli ortodossi orientali riconoscono giustificato l'uso che gli ortodossi fanno della formula delle due nature, poiché questi riconoscono che la distinzione è soltanto nel pensiero (tē theōria monē) [...]

 9. Alla luce della nostra Dichiarazione di accordo sulla cristologia e delle osservazioni comuni di cui sopra, abbiamo ora compreso chiaramente che entrambe le famiglie hanno sempre mantenuto fedelmente la stessa e autentica fede cristologica ortodossa e l'ininterrotta continuità della tradizione apostolica, benché possano aver usato termini cristologici in modi differenti. Sono questa comune fede e fedeltà continua alla tradizione apostolica che possono costituire le basi della nostra unità e comunione»

Il testo italiano completo dell'intesa è apparso ne Il Regno/Documenti, n. 654, 1 febbraio 1991 [XXXVI], pp. 105-108; esso riprende l’originale francese, riportato in Episkepsis, n .446, 1 octobre 1990 [XXI], pp. 17-22). La Dichiarazione si chiude con tutta una serie di proposte concrete che dovrebbero facilitare la ricomposizione dell’unità tra ortodossi bizantini e pre-calcedonesi (per es.: scambi di visite tra i rispettivi Primati, professori e studenti di teologia; scambi di visite tra i fedeli, specie nei giorni di festa, con partecipazione ai rispettivi culti eucaristici; pubblicazioni di ordine storico e teologico realizzate in comune; mutuo riconoscimento del battesimo…). Una concretizzazione di tali “raccomandazioni” si è prodotta l’anno successivo all’accordo: dal 20 al 26 maggio 1991, nel monastero copto di Amba Bishoy in Egitto, si è svolta la prima consultazione tra Syndesmos, federazione mondiale della gioventù ortodossa, e i rappresentanti dei movimenti giovanili delle Chiese ortodosse non-calcedonesi. Fine assegnato all’incontro: «Conoscersi meglio, imparare ad amarsi e a testimoniare la fede comune». Una breve cronaca di quei colloqui – che hanno visto la presenza anche del metropolita George Khodr, vescovo ortodosso del Monte Libano, e del vescovo Moussa, responsabile della pastorale giovanile delle Chiesa copta – si può leggere in Service Orthodoxe de presse, n. 159, juin 1991, pp. 8-9. Quanto allo scambio di visite tra i Primati delle due famiglie di Chiese, segnaliamo, in particolare, l’incontro che Bartolomeo I ha avuto al Cairo con il papa copto Shenuda III, in occasione di un viaggio che ha portato il patriarca ecumenico, dal 24 aprile al 5 maggio 1993, in Egitto, Siria e Libano; nel corso di quell’incontro veniva riaffermata la volontà di entrambe le Chiese di rendere una comune testimonianza di fede e rimuovere tutti gli ostacoli creati da secoli di divisione (cf. il quindicinale ateniese Ἐκκλησιαστικὴ Ἀλἠθεια del 16/06/1993, p.5). Tale volontà si è ulteriormente concretizzata nella quarta riunione plenaria della Commisione mista di dialogo tra le due famiglie di Chiese, tenutasi sempre a Chambésy (Ginevra), dal 1 al 6 novembre 1993. Ricordo anche l'incontro "fortuito" tra S.S. Bartolomeo e S.S. Tawadros all'aeroporto di Milano dopo una visita pastorale di entrambi alle diocesi italiane delle rispettive chiese... un incontro "fortuito" che fa ben sperare.

Commenti